Le Kodinze sono rondelle di mele essiccate al sole o negli essiccatoi, mentre il Kodinzon è la conserva di mele ottenuta dalla mele essiccate. Senza coloranti né conservanti, sono un ottimo snack energetico. Facili da conservare, possono essere gustate al naturale o usate per insaporire dolci e alcolici.
Kodinze, codinze o kodinz, nel dialetto della provincia di Belluno sono dei termini che indicano le rondelle di mele essiccate: vengono prese le mele della zona, tipo le Renette, le Ferro Cesio o le Rosette, vengono raccolte, lavate, sbucciate e tagliate a spicchi e poi sistemate su dei telai ed essiccate. Una volta pronto il prodotto, a cui non viene aggiunto ne zucchero ne altre sostanze, può essere venduto in confezioni sigillate. Per ottenere un 1 kg di kodinze, servono circa 8 kg di mele.
Nel bellunese la Kodinza può essere mangiata al naturale, oppure usata per addolcire grappa e vin brulè.
Il Kodinzon è la conserva di mele ottenuta dalle mele essiccate. Le mele vengono sbucciate, tagliate a pezzi e cotte fino ad ottenere una purea, che viene poi posizionata su una grata di metallo e messa nell'essiccatoio. Dopo un giorno la sfoglia, dalla superficie ruvida e gommosa, viene tagliata in barrette, da consumare così come sono.. masticando a lungo!
Il Kodinzon viene messo di solito dentro scatole di latta o in sacchetti e donata ai bambini durante le feste di Natale.
Il Kodinzon può essere mangiato da solo, oppure utilizzato per aromatizzare il vin brulè o in granella sopra i dolci.
Sia le Kodinze che il Kodinzon sono Prodotti Agroalimentari Tradizionali e rientrano tra i prodotti della Strada dei Formaggi e dei Sapori delle Dolomiti Bellunesi e nella Carta Qualità del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.
La tecnica di essiccazione per conservare più a lungo i cibi veniva usata anche per conservare altri frutti, come prugne, albicocche, pesche.
Nel 2009, i Maestri Pasticceri Bellunesi hanno realizzato la Kodinza, un dolce tipico delle Dolomiti Bellunesi, realizzato con prodotti tipici locali: il kodinzon e la farina di mais sponcio.
Fonte: "Sapori e saperi delle Dolomiti" a cura di Serena Turrin, edizioni DBS Zanetti