Il dramma prende forma nel film Vajont di Renzo Martinelli con Laura Morante e Michel Serrault uscito nell'ottobre 2001. 9 ottobre 1963: ore 22.39 L'inizio della fine
...dal Monte Toc 260 milioni di metri cubi di roccia mista a terra piombarono in un invaso artificiale: il Lago del Vajont... come un sasso in un bicchiere.
Cinquanta milioni di metri cubi d'acqua invasero i paesini più vicini, Erto e Casso, oltrepassando poi i 261 metri d'altezza della diga e riversandosi con un ondata di 250 m giù nella piccola valle fino a Longarone, mietendo più di 2000 vittime. Un boato assordante ruppe il silenzio di quella tranquilla notte, preannunciando l'immane catastrofe.
A quesi eventi del bellunese si ispira il kolossal Vajont, il film esordisce descrivendo l'analisi morfologica e geologica del monte Toc da parte del geologo Giorgio Dal Piaz (Philippe Leroy), la progettazione della diga dell'ing. Carlo Semenza (Michel Serraut), la fase della costruzione con la figura del capocantiere (Leo Gullotta), fino al concretizzarsi della tragedia.
Nonostante i segni evidenti dell'instabilità del Monte Toc, eroso alle fondamenta dalle grandi quantità d'acqua accumulata nel bacino, non vennero adottate misure di salvaguardia per la popolazione; complici degli eventi furono i progettisti, in particolare il braccio destro (Daniel Auteuil) dell' ing. Semenza, che minimizzarono fortemente i rischi. L'unica voce fuori dal coro fu quella della giornalista dell'Unità Tina Merlin (Laura Morante), che tentò di ostacolare con i suoi articoli di denuncia la prosecuzione dell'opera.
Un cast d'eccezione ed effetti speciali spettacolari per la cronaca di una tragedia annunciata.