- Punto di partenza: Mattiuzzi (m1201) a 3km da Passo Cereda (m1362), valico stradale tra Primiero (TN) e Agordo (BL), con servizi di autobus da Primiero e albergo con 34 posti, tel. 0469 62133. Possibilità di alloggio, a 3km, nei paesini di Mis e Sagròn.
- Dislivelli: m870 in salita il primo giorno; circa m1200 il secondo giorno, calcolando i vari saliscendi.
- Tempi di marcia: complessivamente ore 14,30 sino al Rifugio Dal Pià z (2 giorni), ore 7,30 sino in Val Canzòi (solo un giorno).
- Segnavia: Alta Via n.2 e 801 per tutto il percorso.
- Equipaggiamento: da montagna, con calzature robuste e alpenstock.
Descrizione dell'itinerario
L'Intaiada - Bivacco Feltre (ore 5).
Salita magnifica, ma abbastanza impegnativa in quanto, all'inizio di stagione, nel canalone principale c'è ancora neve.
Dal Passo Cereda si segue la strada per circa 1km verso est: all'osteria Padreterno (sempre aperta) si devia a destra su rotabile e, in circa 3km, si arriva al villaggio di Mattiuzzi, m1201.
Presso la fontana inizia l'evidente sentiero 801: per un prato sotto le case si entra, sulla destra, nel bosco. Dapprima per tratti fangosi, poi per un canalone ingombro di massi (è il letto di un torrente), sempre seguendo l'ottima segnaletica, si esce al margine dei ghiaioni. Si punta sulla sinistra a una selletta, oltre la quale, sotto altissime pareti, si traversa su cengia (corda fissa) all'inizio del canalone dell'Intaiada. Il vecchio sentiero dei contrabbandieri procede su balze rocciose, con occasionali strappi su erti ghiaieti (eventuali residui nevosi, attenzione), e porta al passo del Comedòn, m 2067.
Bellissimo panorama sulle Pale e sulle Dolomiti Agordine! Andare verso sudovest in leggera discesa a una seconda forcelletta, da cui si vede il verde Pian della Regina: lo si raggiunge per un erto canalone ghiaioso. Qui sorgono le due confortevoli capanne che costituiscono il Bivacco Feltre-Bodo, m1930. La conca è circondata dalle imponenti pareti del Cimònega.
Bivacco Feltre - Tròi del Caserìn - Rifugio Boz (ore 2,45)
Percorso attraentissimo, in ambiente grandioso, che prepara alla lunga sgroppata del giorno dopo. Dal bivacco si scende leggermente ad un bivio: non calarsi in valle, ma seguire sempre il segnavia 801 che, a saliscendi tra massi e mughi, traversa lungamente in quota in direzione della corrugata strapiombante 'Parete Piatta' del Sass de Mur. Infine, oltre il Pian del Re, si sale con serpentine alla sella erbosa (camosci) detta Col del Bechi, m1960. Veduta mozzafiato, 1400m più in basso, del Lago della Val Canzòi (Lago della Stua).
Qui inizia il sentiero (= tròi) del Caserìn: l'itinerario è ben tracciato e relativamente sicuro, ma ha qualche punto esposto e di aspetto un po' impressionante. Esso traversa in quota il versante sud del Sass de Mur e infine taglia in breve salita verso la sella erbosa del Pass de Mura, m1867.
Già si scorge, nella pittoresca conca di pascolo di Neva, il Rifugio Boz, che si raggiunge in breve (paletti indicatori, utili in caso di nebbia). Il bel rifugio sorge a m1718, in arcadica posizione.
Rifugio Boz - Le Vette - Rifugio Dal Piaz (ore 7).
È certamente una lunga tappa: si svolge lungo la cresta spartiacque (BL/TN) della catena delle Vette Feltrine, offrendo vastissimi panorami e colpi d'occhio su aspri scenari alpini.
Si seguono prevalentemente vecchie mulattiere di guerra ( sulle creste correva nel 1915 il confine austriaco), sempre dotate del segnavia 801 (molta cautela in caso di nebbia).
Dal Rifugio Boz ci si dirige verso sud e in breve si arriva al Passo Finestra, m1766 (traliccio di un elettrodotto). Scendere alcuni metri verso sud e giungere ad un incrocio con tabelle segnaletiche: a destra seguitare per un buon sentiero, attraverso precipiti dirupi erbosi che appartengono al Monte Zoccarè Alto. Si perviene ad una forcelletta, punto in cui si entra nella 'Riserva Naturale della Piazza del Diavolo', uno dei nuclei del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Continuando sempre per la cresta si sale rapidamente verso il Sasso di Scarnia o Scarniòn; con panorama sempre più ampio si sale sino a quota 2150, poi si piega a sinistra e si va ad un cengione discendente che taglia la parete dello Scarniòn: fare attenzione. Infine, dopo alcune rientranze e andirivieni tra i mughi, si riprende la vecchia mulattiera militare che conduce ad una selletta a sudovest del Monte Ramezza, q. 2040 circa. (Deviazione, tabella, in 20 minuti verso sud alla 'Busa del Già z', caverna contenente sino a 500m3 di neve perenne: non avventurarvisi, né sconfinare). Continuare in piano: oltre una costa, appare l'incredibile raccolta di macigni della Piazza del Dià ol (Diavolo). Rasentarne il lato nord (destro) e costeggiare la verde Busa di Piètena, ricca di fossili, onde ritornare sulla mulattiera che conduce al Passo di Piètena, m2094. Ci si cala con ampie serpentine verso l'aperta Busa delle Vette, solitaria conca pascoliva, spettacolare in autunno. Malga e sorgente (la prima dal Rifugio Boz). Continuare per la buona mulattiera e salire dolcemente al Passo delle Vette Grandi, m1994, e al sottostante Rifugio Dal Pià z (tel. 0439 9065). Ampia vista sulla Valle del Piave, Monte Grappa e Altopiano di Asiago!